giovedì 1 dicembre 2011

VIAGGIATORI PERPETUI

Oggi le persone vivono più in virtù di quello che il sistema fa per loro (o a loro) che per quello che riescono a fare per se stessi. 
Tutti per una o più volte hanno desiderato la "SPARIZIONE".


 Hai mai desiderato di sparire completamente? Se lo hai fatto, o anche se sei rimasto esattamente al tuo posto, una piccola parte di te potrebbe già essere altrove.

Sparire non è sempre piacevole, ma può essere facile.
In apparenza noi tutti fuggiamo verso la vita che desideriamo.
.E se invece questo desiderio non somigliasse affatto ad una sconfitta? Se fosse molto più simile ad una conquista?

Cosa c'è di meglio, di un viaggio anche breve, per imparare a conoscere e ad affidarci a noi stessi e alle nostre abilità?

Partire da turisti significa allentare, staccare la spina dell'elettrica quotidianità, non più stress, non più azioni ovvie, non più questo o quello...tutte cose che fanno sentire l'uomo omologato. Con un viaggio anche breve si stacca, si riposa da tutto ciò e si vive; finalmente si viveee!

Ma aimè,però... quando si ritorna... perchè si ritorna sempre da un viaggio! ricomincia tutto come prima di partire. La sveglia inesorabile al mattino, l'uscita di casa all'ultimo momento, l'arrivo in ufficio trafelati a causa del traffico, il solito cappuccino con i colleghi al bar, magari raccontando il fresco ricordo della vacanza appena trascorsa, ma aimè sfumata in poche ore nella folta nebbia dei gas di scarico della città. Allora dopo un solo giorno dal rientro ci si sorprende a desiderare un altro viaggio, magari più intenso e più lontano ancora di quello appena compiuto. Avvolgendoci così in una sorta di giostra: lavoro/vacanza, lavoro/vacanza, lavoro/vacanza.

Prendiamo invece in considerazione, l'eventualità di non rientrare affatto.

Le parole VIAGGIATORE e TURISTA sono diverse.

 Mentre il turista deve tornare alla sua vita quotidiana, dopo aver pianificato e previsto il ritorno dalle sue innumerevoli escursioni, esattamente al suo posto, il viaggiatore può significare l'esatto contrario, pianifica un unico viaggio con l'intento preciso di scrollarsi di dosso tutte le tensioni una volta per tutte e attraverso gradi sempre più complessi di rinunce e di acquisizioni, si trasforma e taglia lo stress con una decisa volontà di sparire dalla scena.

Ecco perchè al di fuori dell'esclusività del ruolo, il viaggiatore prescinde dall'idea del ritorno, ( si pensa logicamente e si prevede una particolare possibilità e una disinvoltura economica)  NIENTE AFFATTO!

Esistono modi e maniere per diventare Viaggiatori Perpetui, recandosi ovunque- comunque portandosi dietro il proprio bagaglio culturale, sociale ed economico.

Le regole del gioco questa volta le detterà lui, il Viaggiatore Perpetuo, identificando i luoghi, i modi, e i costi del suo viaggio, come sempre, ma da ora in avanti con calma, senza trottare.
La sua cultura, la sua preparazione, le sue abilità e soprattutto la sua economia lo seguiranno finchè egli vorrà.

Il cambiamento

Non serve fare in fretta, pianificare l'uscita di scena è un procedimento che può prendere un pò di tempo.
Bisogna cominciare a cambiare, distaccandoci da tutto ciò che ci tiene ancorati.
Stabilire quante e quali sono le cose che ci porteremo dietro, e per fare questo per prima cosa dobbiamo voltarci a valutare tutto ciò che fa parte della nostra vita, e le nostre aspettative, dopotutto un viaggio è sempre un viaggio, e si può tornare.
Di solito per fare un cambiamento di questo tipo occorrono almeno sei mesi, ma se si decide di partire ci si prende tutto il tempo necessario per farlo bene e nel migliore dei modi.

1- Stabilire la meta
2- Preparare i documenti di viaggio
3- Carte di credito -
4- Assicurazione
5- Patente internazionale
6- Preparare i bagagli 
7- Cominciare a contattare persone che vivono dove voi volete andare e stabilire contatti forti di vera        amicizia
Le altre cose le vedremo in seguito

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